Testo e Foto di Giorgio Pierobon

 

Siamo già passati per il Monte Orsario, oggi lo inseriamo in un anello un po’ più lungo, assieme al Monte Lanaro e allo Stagno di Percedol.

Partiamo dall’abitato di Col, adiacente al civico 51 c’è una strada forestale che dopo pochi metri passa sotto ad uno splendido arco in pietra.

Superata la linea ferroviaria, proseguendo per circa un km incrociamo il segnavia 43, che ci porterà in cima alla prima vetta.

Il sentiero è largo e dal fondo regolare, si sale tranquilli fino in cima, dove possiamo ammirare in primis la prossima meta, il Santuario di Monrupino.

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Per un breve tratto, ripercorriamo il S43.

Raggiunto il bivio con l’S3 iniziamo a seguirlo; ci accompagnerà fino alla prossima cima.

La discesa ci riporta velocemente nell’abitato di Col, attraversata la Strada Provinciale, quando ci troviamo di fronte ad una Cappelletta votiva, possiamo scegliere se salire al Santuario (procedendo a sinistra sulla strada principale) oppure seguire l’S3, sul tratto denominato “Strada dei Poeti”.

In caso si scelga di salire al Santuario, per ricollegarsi all’anello, una volta in cima, bisognerà seguire il “Sentiero del Pellegrinaggio al Tabor”.

Noi imbocchiamo subito la Strada dei Poeti; al termine della stessa (al km 5,6) c’è un tornante da fare in discesa, prestate attenzione se avete bisogno di acqua, che c’è l’unica fontana (ben nascosta) qualche metro più avanti.

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Il rifornimento idrico diventa un ottimo motivo per godere della vista del vecchio borgo.

Ripartiamo in discesa, passando di qualche metro il confine di stato, il “3” passa per un tratto nel paesino di Voglje.

Da qui in poi si sale, più o meno costanti fino alla cima del Monte Lanaro; il terzo punto più alto del Carso triestino.

Da quassù si gode di una vista fantastica, nelle giornate in cui l’aria è tersa si possono vedere le Alpi.

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Oggi ci “accontentiamo” di spaziare dal mare, ai monti della vicina Slovenia. Si riconoscono subito  Nanos e Vremščica, più in la sullo sfondo lo Slavnik.

E’ la volta del S5 e del S5a che ci fanno raggiungere agevolmente Sagrado di Sgonico (dove possiamo ritornare per il reintegro a fine corsa).

Percorriamo un breve tratto del sentiero Gemina, costeggiamo la Cava Petrovizza, quindi sempre seguendo una forestale molto comoda ritorniamo sulla Strada Provinciale 9.

Qui dobbiamo abbandonare il sentiero e seguire l’asfalto, per poter scendere ad ammirare lo Stagno di Percedol e lo splendido bosco che lo accoglie.

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Risaliamo per lo stesso sentiero e terminiamo il nostro anello, sempre percorrendo la SP9.

 

In tutto poco più di 20 km con circa 500 metri di dislivello positivo; senza alcuna difficoltà tecnica e  tanti panorami.

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